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    Biblioteca Queriniana di Brescia, in Lombardia (in italiano)

    La Biblioteca Queriniana (1750) è la più importante e prestigiosa biblioteca della città di Brescia.

    Storia

    La biblioteca prende il nome dal vescovo Angelo Maria Querini che, tra il 1746 ed il 1749, la fece erigere nel complesso del Palazzo Vescovile di Brescia, affidandone il progetto all’architetto Giovan Battista Marchetti, e le donò circa 1500 volumi della sua collezione privata. Nel 1750 la biblioteca è stata aperta al pubblico en nel 1797 il Governo Provvisorio cittadino trasformò la Queriniana in “Libraria Nazionale”, destinandola a sede delle biblioteche di enti ecclesiastici e religiosi, arricchendosi in seguito di fondi provenienti da conventi e monasteri che nel frattempo erano stati soppressi in età napoleonica.

    Nel XX secolo sono confluiti in questa biblioteca numerosi lasciti e librerie private, tra queste quelle dei Martinengo da Barco, Lechi, Zanardelli, Di Rosa, Alessandro Sina e Paolo Guerrini. Il 13 luglio 1944 a seguito di un bombardamento la struttura viene danneggiata. Essa è stata recentemente sottoposta a ristrutturazione per renderla più funzionale ai nuovi compiti imposti ad una biblioteca moderna. Le raccolte sono custodite nei depositi chiusi al pubblico, dove si trovano circa 11 km di scaffalature. Alla biblioteca Queriniana spetta per legge il deposito del terzo esemplare di ogni pubblicazione stampata od edita nella provincia di Brescia.

    Il Direttore Ennio Ferraglio

    Nasce a Brescia nel 1966. Si laurea alla Facoltà di Magistero dell’Università Cattolica del S. Cuore di Brescia nell’anno accademico 1988-89 con una tesi in Paleografia e Diplomatica. Attualmente è Responsabile del Settore Biblioteche del Comune di Brescia (dal 2009) e del Sistema Bibliotecario Urbano di Brescia (dal 2008). Dal 1998 è anche Responsabile del Fondo Antico della Biblioteca Civica Queriniana di Brescia.

    Collabora con l’Università Cattolica di Brescia. Collabora come curatore scientifico a diverse mostre e convegni e participa a progetti di ricerca. È editore di carteggi del Settecento. Da alcuni anni è impegnato, attraverso conferenze pubbliche, in un’attività divulgativa su tematiche inerenti il libro antico e la storia delle biblioteche.

    Patrimonio della Biblioteca

    A partire dal secondo Settecento, e per tutto l’Ottocento e i primi del Novecento, confluirono in biblioteca numerosi legati privati, per la maggior parte smembrati e fusi con il patrimonio librario generale.

    Attualmente, la Queriniana è biblioteca centro-sistema del Sistema Bibliotecario Urbano di Brescia, che comprende anche l’Emeroteca scientifica con oltre 6.000 testate di periodici storici e correnti, l’Emeroteca d’attualità, otto biblioteche decentrate, una biblioteca specialistica, la Mediateca e una sala di lettura esterna. Il patrimonio della Queriniana è di circa 600.000 volumi a stampa, tra antichi e moderni (150.000 circa costituiscono il fondo antico, di cui 1158 incunaboli e 8386 cinquecentine) e oltre 10.000 manoscritti, tra codici, documenti sciolti e materiali epistolari.

    1321-2021: 700 anni della morte di Dante

    Anche la Queriniana celebra, nel settimo centenario della sua morte, il padre della lingua italiana Dante Alighieri, mostrandovi da vicino uno dei più preziosi manoscritti conservati nella Biblioteca.

    Si tratta di una Divina Commedia miniata, datata alla seconda metà del Quattrocento e commissionata da un membro della famiglia Martinengo di Brescia: è infatti presente nel codice lo stemma della famiglia, un’aquila rossa con ali spiegate dipinta su fondo d’oro. Il testo del canto di apertura di Inferno, Purgatorio e Paradiso è ornato a bianchi girari, fiori, bottoni e piccole sfere in foglia d’oro.

    Nella prima pagina del manoscritto -quella in cui ha inizio la cantica dell’Inferno- il fregio si interrompe in tre punti per lasciare spazio a tre tondi che ospitano figure di animali, mentre nel frontespizio del Purgatorio i tondi presenti nel margine superiore e inferiore ospitano il monogramma di Cristo “IHS”. Nell’incipit del Paradiso i bianchi girari del fregio decorativo vanno ad avvilupparsi attorno all’iniziale miniata del canto.

    Sulla base del confronto operato con altri manoscritti presenti nella stessa biblioteca Queriniana, si è giunti a supporre che questo codice sia stato confezionato attorno agli anni Settanta del Quattrocento nello scriptorium del Capitolo della Cattedrale di Brescia, dove operavano miniatori provenienti dalla scuola di Ferrara.

    Per scoprire altre pregiate edizioni della Commedia, conservate nella biblioteca Queriniana e fotografate in occasione della ricorrenza dantesca: http://bitly.ws/cn45

    Copista anonimo
    Dante Alighieri, Divina Commedia
    Seconda metà del XV secolo (ms. B.I.9)

    In questo video, il Direttore della Biblioteca ci racconta la storia di Cristina di Svezia, figura emblemática della storia europea del seicento.

    Il Dott. Ennio Ferraglio ci presenta due opere, la prima è un volume di anatomia di Andrea Visalio, autore del primo testo di carattere scientifico, dedicato al funzionamento e alla struttura del corpo umano. La precisione descrittiva di Visalio derivava da attente indagini dei corpi.

    Nel frontespizio troviamo raffigurata una lezione di anatomia: il medico è attorniato dai suoi studenti che osservano la dissezione di un corpo umano. All’interno del volume ci sono complesse dissertazionii teoriche ma anche parti iconografiche molto precise raffiguranti ossa, muscoli e diversi apparati.

    Contrapposto al rigore scientifico di Visalio il video ci mostra anche il piccolo Ricettario medico di Galeno che ci riporta a una visione del mondo e a una concezione della scienza più legato alla tradizione. Ma perché un ricettario? Scopriamolo insieme.

    Vesalius, Andreas
    De Humani corporis fabrica
    Basileae, officina Ioannis Oporini, 1543

    Galenus, Claudius
    Recettario
    In Mantoua, per Venturino Ruffinello, 1559

    Pezzo «fuori serie» delle raccolte della biblioteca, il Codice Purpureo ha fatto parte fino alla fine del 1700 del Tesoro del Monastero di Santa Giulia.

    Composto da finissimi fogli di pergamena tinti di porpora, con scritte in mica d’argento e titoli in oro, riporta la traduzione in lingua latina dei Vangeli in lingua gota diffusi dal Vescovo Ulfila. La leggenda vuole che sia stato donato da re Desiderio alla moglie, la regina Ansa.

    Ce ne parla Ennio Ferraglio, direttore della biblioteca Queriniana.

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